Plastica usa e getta bandita dai supermercati: addio ai bicchieri di plastica

Plastica: L’annuncio è ufficiale ed è lo stesso ufficio stampa a comunicarlo: dal 1 Giugno, Unicoop Firenze non venderà più prodotti usa e getta in plastica.

Sarà Unicoop in Toscana la prima catena di supermercati in Italia ad abolire nei propri punti vendita la commercializzazione di piatti, posate e bicchieri di plastica, con buona pace di chi organizza festicciole e picnic all’aperto con bimbi, scuole o famiglie.

Addio alla plastica finalmente, siete d’accordo?

Una vera e propria rivoluzione se ci pensate bene: “noi siamo i primi tra le grandi catene a farlo”

Naturalmente, la scelta ha natura ecologista. Alcuni numeri rendono chiara la situazione attuale e i motivi che hanno portato Unicoop alla decisione, che sarà estesa presto anche a tutti gli altri punti vendita toscani (oltre cento)

Non le bottiglie, non i bicchieri, ma i piatti e le posate usa e getta di plastica (non compostabile) sono in via di proibizione da parte dell’Unione europea, e nel giro di poco tempo saranno approvate le normative nazionali di attuazione.

L’Italia è uno dei paesi al mondo che fa maggior uso di tutte queste stoviglie monouso, e adesso che è partita a livello internazionale la contro-ondata antiplastica si fa molta confusione che rischia di produrre pochi fatti.

Siamo ancora lontani dall’attuazione completa della legge che già da anni proibisce i sacchetti leggeri in plastica usa e getta non compostabili, quelli usati nei mercati, per intenderci. C’è ancora chi continua a produrli e venderli abusivamente. In questo quadro occorre saper fare le dovute distinzioni e concentrare le energie sui cambiamenti prioritari, altrimenti si rischia di produrre frustrazioni.

E’ da anni che si predica contro le bottiglie, non si è ottenuta una riduzione del loro uso. O meglio: i consumi di acqua in bottiglia sono continuati ad aumentare, le critiche ambientaliste sono riuscite a far diminuire il peso delle bottiglie

– con nuovi criteri di fabbricazione promossi dal Conai – non certo il loro numero. Possibile che in tutti questi anni sia ancora aumentato il numero di chi passa dal rubinetto alla bottiglia? Non si può dire. Forse all’aumento dei consumi di acqua in bottiglia ha contribuito il calo delle vendite delle bibite (sono ormai un po’ fuori moda). E il caldo, l’aumento della sete.